venerdì 11 novembre 2016

Pasta al nero di seppia



Un articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia il 15 novembre 2004

Pasta col nero di seppia, piatto "unico" in tutti i sensi. Unico perché colore, profumo e sapore non hanno eguali nella cucina siciliana. Unico perché, se ben cucinato, di fatto costituisce un primo e un secondo messi insieme. Per prima cosa bisogna procurarsi una bella seppia, merce che non si trova spesso in pescheria. La "stagione" migliore, per˜, comincia proprio ora per finire a marzo-aprile. Per quattro persone basta una seppia di mezzo chilo, meglio se due da trecento grammi che sono più tenere. Fatela pulire dal pescivendolo: eviterete di perdere la parte più preziosa: la sacca con il "nero". Tenetela da parte e tagliate a pezzetti testa e tentacoli della seppia. Fate soffriggere in olio d'oliva la solita cipolla affettata finemente, aggiungete una noce di estratto di pomodoro e allungate con poca acqua (variante, che personalmente preferisco perché esalta il sapore del pesce, qualche pomodoro spellato e tagliato a pezzetti o un po' di polpa pronta), sale, poco pepe nero, prezzemolo tritato. Fate cuocere per cinque minuti, quindi versate nella salsa la seppia a pezzetti e, dopo cinque minuti, la "sacca" con il nero che si aprirà da sola. In genere il pescivendolo lascia attaccata alla testa anche un'altra sacca con il "caramello", una sostanza color giallo ocra che aggiunge sapore al condimento. Usatela pure senza timori.
Abbassate la fiamma, coprite e fate cuocere per circa dieci minuti. A parte cuocete al dente i bucatini, scolateli bene e maneggiateli con il sugo del nero, seppia compresa, aggiungendo sopra prezzemolo fresco tritato. C'è chi si avventura con gli spaghetti che, essendo troppo sottili, si "impastano" con la salsa densa e vellutata. Provate invece, come "chicca", gli gnocchi di patate, magari grattugiandoci sopra la ricotta salata.


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